Un’epoca contrassegnata da scelte coraggiose di pochi, ma anche dalla dedizione al lavoro da parte delle maestranze, quella attraversata dalla Ferriera Valsabbia.
Così, per festeggiare degnamente la ricorrenza dei 65 anni, accanto a serie riflessioni in materia economica e ai riconoscimenti profusi nel tempio della siderurgia odolese, l’azienda ha deciso di dare concretezza al suo welfare con buste paga più “pesanti”.
Ma andiamo con ordine.
Negli spazi del museo si è dato appuntamento ieri il meglio dell’imprenditoria bresciana.
Dopo aver osservato il maglio al lavoro, ammirati Giulio nel ruolo del “pütì de stanga” e Paolo in quello del “maester”, con Carlo e Riccardo a fare da collaboratori, “moderati” dal nostro direttore Nunzia Vallini, hanno preso la parola il sindaco di Odolo Fausto Cassetti, Giovan Battista e Ruggero Brunori e l’economista Giulio Sapelli.
Cosa è rimasto oggi della siderurgia odolese del 1954. E cosa ne sarà domani.
Queste le domande fondamentali alle quali gli intervenuti hanno cercato di dare risposta.
«Di certo sono rimasti i valori – ha detto senza esitazioni l’ad dell’azienda Ruggero Brunori -. Il senso del dovere, la responsabilità, l’abnegazione al lavoro, l’ambizione che ti porta ad andare sempre oltre e il tutto vale sia per l’imprenditore sia per l’operaio».
«Per andare avanti, dopo 65 anni serve continuamente innovare, altrimenti sei finito – ha aggiunto -. Dal 2004 a oggi abbiamo investito in Ferriera Valsabbia 178 milioni di euro, 55 dei quali in sostenibilità ambientale e sicurezza».
Ottimista per il futuro si è dichiarato il professor Sapelli, che al termine di una articolata quanto appassionata disamina dell’economia mondiale e locale, ha indicato quali possono essere le tre “leve” sulle quali far forza per il futuro:
«Occorre puntare sulla scuola, consapevoli che i quella italiana sta formando i ragazzi più bravi al mondo; bisogna ripristinare il principio di autorità perché non è possibile che oggi chiunque si permetta di mettere in discussione cosa dice un medico o un professore; serve più spazio per la persona, non davanti alla Tv o allo schermo di un telefonino, ma perché possa trovare più occasioni per stare con gli altri – ha detto -. Il tutto per ricostruire su basi migliori la società, nella speranza questo possa avere un buon effetto anche sulla politica».
Giambattista Brunori, che ha fondato l’azienda 65 anni fa, è stato ringraziato dal sindaco Cassetti per la sua capacità di essere il “Gian” che tutti possono incontrare per strada e allo stesso tempo il capitano d’industria apprezzato a livello mondiale.
Per l’occasione è stato premiato anche Severino Zola, che a gennaio compirà 101 anni e che nell’officina-museo di Pamparane ci ha lavorato.
E i 270 operai? «Festeggeranno con noi – ha detto Ruggero Brunori a margine dell’incontro -. Abbiamo deciso di stanziare 320 mila euro e se li troveranno come bonus in busta paga nel corso del 2020, in base all’anzianità di servizio di ciascuno».